“Natura – Storia – Cultura” Autori vari – Ed. Prometeo – Castrovillari 2008
Recensione a cura di Francesco Cosco
Gli autori sono vari ma i contenuti sono armonicamente distribuiti; la presentazione del dr. Michele Laudati, oggi Direttore del Parco, anticipa con linguaggio fecondo di particolari, un minuzioso compendio culturale nel testo contenuto che riguarda la natura, la storia e la cultura, indiscutibile patrimonio del territorio del Parco Nazionale della Sila. Dopo un prologo legislativo il testo passa in rassegna gli elementi che riguardano i 21 comuni il cui territorio montano è compreso nel Parco, quindi rende conto di quegli elementi che costituiscono la ricchezza culturale della prestigiosa istituzione: i centri visita, i musei naturalistici, i giardini botanici. Il testo quindi presenta in un primo capitolo una carrellata sulla storia della Sila, essenziale, ma ricca di notizie e di citazioni. Parte dalla “Geografia” di Strabone per ripercorrere attraverso le “Georgiche” di Virgilio, “Le vite” di Cassiodoro, le lettere di Gregorio Magno e fino ai manoscritti di Nicola Venusio, avvenimenti, prodotti, metodi lavorativi, e tutto quanto avvenne nelle varie epoche sull’altopiano della Sila che fu sempre ricco di vita e di attività. Nicola Misasi, Corrado Alvaro e Guido Piovene fecero poi eco alle lodi con cui il famoso naturalista scozzese, Norman Douglas illustrava le foreste della Sila, “… uniche al di qua delle Alpi e sulle Alpi stesse”. Ma il testo non è solo descrittivo degli elementi paesaggistici e della ricerca letteraria che i 73 mila ettari, di cui il Parco si compone, offrono, passa infatti successivamente al compendio di elementi scientifici di prim’ordine, che, per certi versi, possono essere utilizzati come fonte di riferimento per ulteriori saggi e ricerche. Gioacchino Lena non solo fa un compendio dell’assetto geologico del suolo della Sila, per quanto produce riferimenti sullo sfruttamento di alcune miniere di metallo nella storia della Calabria, soprattutto in periodo monastico, rassomigliando la Sila, anche per clima e vegetazione, ai Giura francesi. Più appassionanti sono poi le righe riguardanti la vegetazione, quella biodiversità di cui si è veramente fieri. Nella “esplosione di verde” che la natura della Sila emana, come da una espressione dello stesso Laudati, gli autori Liliana Bernardo e Carmen Gangale elencano un compendio lunghissimo di speciali biotipi autoctoni, dal pino laricio, alla felce aquilina e dal faggio silvestre alle viole, alle orchidee, al giglio rosso, alle fragoline, al pruno cocomilio ed a mille e mille tra i più bei fiori di campo con cui la natura, oltremodo generosa, si esalta. Ancora il testo in questione, in una sequenza organica, non dimentica la vita nel Parco in animaletti piccolissimi, insetti, mammiferi, uccelli, rettili, la visione dei quali danno, ogni volta, una emozione indescrivibile: l’ululone, il tritone crestato, la salamandra sono tra i più rari e begli esemplari che prediligono le acque basse dell’altopiano; e poi scoiattoli, lepri, cinghiali, lontre, falchi, caprioli e Lupi sono tra quelli più appariscenti. Un più vasto capitolo è destinato ai funghi di cui il parco è generoso dispensiere. Numerose fotografie illustrano quelli presenti in Sila distinguendoli nelle loro qualità. Di Giulio Palange il testo dedica pagine meravigliose al mito del lupo silano, all’epopea brigantesca, perfino alla pietosa storia di Mamma Carmela il cui sacrificio, al fine della salvezza dei figlioletti, fu immortalato dal Butera. E per finire? Un capitolo assai importante: la vita in Sila nella preistoria raccontata attraverso i reperti archeologici dal soprintendente Domenico Marino. Ogni capitolo, ogni argomento, è comunque abbondantemente corredato da bellissime immagini a colori. Il libro, così ben organizzato e ricco di contenuti e di peculiarità, si annovera al n. 1 della collana che il Parco Nazionale ha patrocinato.
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