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I Mammiferi

Nel Parco Nazionale della Sila è stata accertata la presenza di almeno 49 specie di mammiferi, ma ce ne potrebbero essere altre la cui presenza è tuttavia ancora da confermare. Le forme endemiche dell’Italia sono almeno 4, ma gli studi in corso con le moderne tecniche di genetica molecolare portano a ritenere che questo numero possa ancora aumentare ulteriormente.
Tra i mammiferi presenti nel Parco troviamo alcune specie minacciate a scala nazionale, in particolare il lupo, il gatto selvatico e la lontra.

Il lupo

L’area di distribuzione del lupo (Canis lupus subsp italicus) in Italia ha subito una drastica contrazione fino agli inizi degli anni ’70, periodo in cui la sua presenza era limitata a pochi e isolati comprensori montani dell’Appennino centro-meridionale, tra i quali la Sila. Negli ultimi 40 anni si è assistito ad un’inversione di tendenza e attualmente il lupo è nuovamente distribuito lungo tutta la dorsale appenninica, dalla Calabria alla Liguria, e ha ricolonizzato alcuni settori alpini.
Il territorio della Sila, nel quale la presenza della specie si è registrata stabilmente ed è stata tutelata dal suo essere un’area protetta, ha rappresentato nel tempo una delle roccaforti che hanno consentito il recupero della popolazione italiana. In particolare all’interno del territorio della ZPS Sila Grande è stata registrata recentemente una presenza diffusa e sono stati identificati due nuclei riproduttivi. Anche un recentissimo progetto di monitoraggio ha registrato la presenza di numerosi esemplari in ottima salute.

LA LONTRA

Le popolazioni italiane di lontra (Lutra lutra) hanno subito un marcato declino nel secolo scorso, a causa delle alterazioni degli habitat fluviali imposte dalle attività umane. Sebbene ci siano chiare evidenze di un recupero da circa 20 anni, la distribuzione della lontra è attualmente concentrata nelle regioni meridionali della penisola. In ragione di questa condizione la lontra in Italia è classificata dalla IUCN come specie vulnerabile. Dopo i primi indizi di presenza della specie risalenti al 2003, il Parco Nazionale della Sila a partire dal 2009 ha attivato diversi progetti di ricerca, estendendo recentemente le indagini all’intera area MAB Sila. Questi studi hanno documentato il ritorno della lontra nell’area del Parco dopo decenni di assenza e la progressiva espansione della sua distribuzione in Calabria centrale. Dal 2003 al 2019 la presenza della lontra nei corsi d’acqua dell’area silana è incrementata dal 27% al 65%, con la ricolonizzazione dei fiumi Neto, Lese, Arvo, Trionto e Tacina. La persistenza di queste popolazioni ancora relativamente esigue nei ricchi ambienti acquatici della Sila, richiede costanti attività di monitoraggio e tutela, che sono al centro delle strategie di conservazione della biodiversità dell’Ente Parco.

Il gatto selvatico

Il raro gatto selvatico (Felis silvestris), è stato recentemente anch’esso avvistato nell’ambito di un progetto di monitoraggio della fauna selvatica.

La lepre

Nel Parco è inoltre presente la lepre italica o appenninica (Lepus corsicanus), una specie endemica del Mediterraneo, presente in Italia centro-meridionale e in Sicilia e la cui identità tassonomica è stata solo recentemente riconosciuta. Le indagini in corso hanno confermato che questa specie convive con la lepre europea (Lepus europaeus) in diversi settori del Parco.
Anche i micromammiferi della Sila sono molto interessanti: delle 36 specie presenti in Italia, 25 sono state studiate in modo abbastanza esauriente sotto il profilo genetico. Tra queste, 5 specie, tutte presenti in Sila, mostrano, attraverso l’analisi del DNA mitocondriale, popolazioni differenziate geneticamente in Italia meridionale e/o in Sicilia. In alcuni casi (ad es. Microtus savii e Myodes glareolus) l’entità di questo differenziamento è tale da meritare un approfondimento di tipo tassonomico.

Lo scoiattolo

Un recente studio genetico dimostra che lo scoiattolo presente in Sila, fino ad oggi indicato come sottospecie dello scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris meridionalis), può essere considerato una specie distinta, Sciurus meridionalis. Nel dialetto locale è conosciuto come “zaccanella” o “zaccanedda” per la sua vivacità.

Altri mammiferi

Tra gli altri mammiferi troviamo il tasso, la volpe, la faina, la puzzola, la donnola, la martora, il cinghiale, il cervo ed il capriolo, questi ultimi due reintrodotti negli anni ’80 del secolo scorso. Tra i roditori presenti nel Parco si segnalano il ghiro, il quercino, il moscardino, topi selvatici e toporagni ed il driomio.

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