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Attività produttive

Attività di artigianato locale

Un Parco non può essere un’immagine congelata nel tempo, ma è un territorio vivo, dove lo sviluppo economico deve andare di pari passo con la sostenibilità ecologica.

Per questo all’interno del Parco Nazionale della Sila sono molteplici le attività produttive che, dall’artigianato all’agricoltura, da quelle tradizionali a quelle all’avanguardia, contribuiscono a mantenere attivo e vivace l’impianto economico delle popolazioni locali.

Artigianato

Nel territorio del Parco Nazionale della Sila è possibile reperire manufatti artigianali di grandissimo pregio.

Dopo un soggiorno nel Parco, è possibile tornare a casa con un cesto ad intrecci di castagno o salicone, con una cannata di argilla cotta – tornita alla maniera antica -, con tessuti in trame di ginestra, lana, lino e seta, con preziosi gioielli in filigrana al modo bizantino, con legni adattati a forme di variegata utilità ed espressività, con pezzi forgiati da pazienti battitori, tutti prodotti che sono il frutto della paziente e faticosa creatività delle maestranze artigiane locali.

Alcuni di questi saperi tradizionali si sono negli anni trasformati in botteghe artigianali conosciute e rinomate in tutto il mondo, come la manifattura dei tappeti di San Giovanni in Fiore o di Longobucco, o ancora i maestri orafi di San Giovanni in Fiore.

Agricoltura

La lavorazione della terra è stata sempre fonte di vita e di sussistenza per le genti silane. Le estese colture cerealicole, per lo più di grano ed avena, i coltivi a frutteto (peri, meli ed amareni), le diverse specie orticole, tra le quali spicca la patata per varietà produttiva e per estensione, hanno conservato delle vecchie coltivazioni tradizionali caratteristiche biologiche e intensità produttiva tali da permetterne una prestigiosa riqualificazione e riconoscimenti di tipicità.

Cesto pieno di Schiacciatelle

Castagne e frutti di bosco

Della castagna, ancora oggi vanto di una fiorente economia, restano ormai desueti vecchi pastillari, dove il frutto raccolto, affumicato e seccato, veniva successivamente riunito in collane. More di rovo, lamponi e fragoline di bosco, più che colture, restano un vero e copioso dono del sottobosco silano. Trasformati in gustose marmellate, confetture o canditi, aromaticamente esaltati dall’artigianalità della lavorazione, rappresentano la vera espressione della fervida fantasia cuciniera delle popolazioni silane e creano un indotto notevole per l’economia artigiana del Parco.

Composizione di Funghi locali e pomodori secchi.

Funghi

Un notevole apporto economico viene dalla raccolta, utilizzo e conservazione dei funghi, la cui crescita è favorita dai vasti boschi della Sila e il cui mercato si è sviluppato anche grazie a una moltitudine di sagre che da sempre vengono svolte nei comuni e nei villaggi del comprensorio. La variegata possibilità dei trattamenti a cui vengono sottoposti per l’immissione sul mercato evidenzia la grande capacità imprenditoriale delle genti silane.

Altri ortaggi

Un buon riscontro economico è rappresentato anche dall’industria conserviera di altri ortaggi, primi tra tutti melanzane, pomodori essiccati, peperoni e peperoncini – questi ultimi, trattati nei modi più svariati, simbolo dell’identità territoriale, sono diventati insostituibili nelle tipiche ricette calabresi e ricevono sempre più qualificati apprezzamenti da parte dei turisti di diversa provenienza.

Silvicoltura

La silvicoltura in questa terra ha radici antichissime. Le foreste silane sono da sempre sfruttate per la pece, la trementina e la raccolta del legname. Innumerevoli navi, chiese ed edifici vennero costruiti utilizzando tronchi provenienti dalla Sila, sin dalla notte dei tempi.

Del resto l’antica segheria in località Cupone, ora facente parte dell’omonimo Centro Visita, ha continuato ad operare sino agli anni ’80 del secolo passato.

Artigiano che lavora il legno

L’indotto economico del legno, garantito per secoli dalla coltura del bosco, ha caratterizzato la vita del Parco della Sila. Utilizzato sui luoghi come materiale privilegiato nella costruzione delle case, ha continuato ad essere, ed è ancora oggi, produzione primaria per il settore carpentieristico dell’edilizia e per piccoli manufatti di falegnameria semi-industriale ed artigianale.

Le essenze arboree più utilizzate sono il pino laricio, il castagno – con le sue peculiarità di resistenza ai parassiti e durevolezza nel tempo – ed ancora il faggio, l’acero, la rovere e, infine, il corbezzolo e le eriche, queste ultime due utilizzate nel restauro ebanistico.

Zootecnica

Bovini, ovini, caprini, nutrendosi dei fertili pascoli silani, hanno, per secoli, dato da vivere alle genti dell’altopiano. L’origine dell’abbandono dell’attività pastorale e del conseguente decremento produttivo ed economico – legato alla lavorazione del latte, in particolar modo – è da ricercare nella durezza del lavoro dei pastori, soggetto alle inclemenze del tempo e del variare delle stagioni.
L’emigrazione poi, favorita dal risveglio economico del secondo dopoguerra, ha prodotto la forte riduzione di alcuni prodotti tipici dell’industria casearia del comprensorio silano. Interventi protettivi nei confronti dell’allevamento delle razze autoctone, come la podolica meridionale tra i bovini e la moscia calabrese tra gli ovini, hanno teso a sanare, almeno in parte, una situazione diventata nel tempo piuttosto precaria.

Pascolo umido per bovini nel lago Cecita. Parco Nazionale della Sila, Calabria, Italia
Pascolo umido per bovini nel lago Cecita. Parco Nazionale della Sila, Calabria, Italia

Invece, il crescente interesse verso l’economia degli insaccati ha portato oggi ad incrementare l’allevamento del suino, privilegiando nella selezione il «nero calabrese» per la tipicità delle sue carni saporite e sostanziose, ingrassate con i frutti di quercia e castagno ancora abbondanti in tutto il territorio della Sila, che conferiscono alle stesse una adeguata marezzatura.

Per proteggere, qualificare e diffondere la tipicità degli agroalimentari, l’Ente Parco lavora a stretto contatto con tutti gli operatori del territorio per incentivare le produzioni tradizionali e biologiche.

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