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Anfibi e rettili

Il comprensorio silano ospita comunità di anfibi molto significative sotto il profilo ecologico e biogeografico ed è indicato come una delle 51 aree ad alta diversità di anfibi e/o di endemiti del Paleartico. In Sila sono infatti segnalate quasi tutte le specie di anfibi presenti in Calabria (11 su 12), con diverse forme endemiche o subendemiche dell’Italia (ben 8 su 11) o che trovano in Calabria il limite meridionale del loro areale (4 specie). Nove anfibi presenti in Sila sono specie di interesse europeo tutelate dalla Direttiva Habitat (Allegati II, IV o V).

The “Sila Piccola” southern escarpment. “Valli Cupe” canyon. June, Parco Nazionale della Sila, Calabria, Italy

Ululone appenninico

Tra queste particolare importanza riveste l’ululone appenninico (Bombina pachypus) (foto sotto), un anuro endemico dell’Italia peninsulare con areale fortemente frammentato e popolazioni spesso esigue, in stato di conservazione molto sfavorevole nell’Italia mediterranea (categoria U2=bad) e incluso nella categoria “in pericolo” (EN, endangered) nelle Liste Rosse IUCN, sia su scala globale che su scala regionale (europea e nazionale). Recenti studi indicano che le popolazioni di ululone del settore calabro dell’Appennino sono le meno minacciate e mostrano adeguati livelli di variabilità genetica; per questi motivi le popolazioni tutelate dal Parco della Sila e da altre aree protette della Calabria sono particolarmente importanti.

Rettili

Nel comprensorio silano sono presenti altresi almeno 12 specie di rettili (su 16 segnalate in Calabria). Tra queste possiamo ricordare il saettone occhi rossi (Zamenis lineatus) e l’orbettino italiano (Anguis veronensis), forme endemiche della penisola italiana recentemente riconosciute come specie distinte. L’altopiano silano ospita inoltre ben 7 rettili di interesse europeo (Allegati II, IV o V della Direttiva Habitat).

Le specie di anfibi e rettili del Paleartico sono state oggetto di studi basati su tecniche di genetica biochimica e molecolare allo scopo di indagare i processi storici che hanno concorso a strutturare l’attuale distribuzione geografica della variabilità genetica intraspecifica, con particolare riguardo all’area del Mediterraneo. In particolare, gli studi effettuati sugli anfibi della penisola appenninica hanno dimostrato che molte specie segnalate in Sila sono presenti in Italia centro-meridionale con forme geneticamente differenziate. Questi studi hanno contribuito a dare corpo alle più recenti teorie biogeografiche inerenti il bacino del Mediterraneo.

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