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Alberi della Sila

L’Arboreto del Parco Nazionale della Sila

L’Arboreto del Parco, in località Sbanditi, rappresenta un esempio di politiche gestionali del territorio di successo; un’area con una superficie di circa 90 ettari che da ex vivaio forestale abbandonato è stata trasformata, grazie all’intervento dell’Ente Parco Nazionale della Sila, in un giardino della biodiversità.

La zona nella quale sorge l’Arboreto rientra nel comprensorio della Foresta Demaniale della Fossiata, che è la più grande ed importante tra le foreste della provincia di Cosenza; si sviluppa infatti per circa 6.000 ettari, di cui il 90% sono costituiti da bosco e la restante parte dai pascoli permanenti di Santa Barbara, Macchialonga, e dagli incolti produttivi.

Cenni storici

Anticamente faceva parte di un’area piuttosto vasta, caratterizzata da molte centinaia di ettari di pini e faggi; una terra comune, dove gli abitanti di Cosenza e dei Casali potevano esercitare gli usi civici. Come riporta Zurlo nel 1852 «era posseduta per 1/5 dal Monastero dei Cistercensi di Santa Maria del Soccorso de’ Scalzati e per i 4/5 dal Collegio dei Gesuiti di Cosenza». L’economia dei Casali era del resto legata ai boschi della Sila e alle sue risorse, in particolar modo all’estrazione e lavorazione della pece.

Il clima e il terreno

Il clima dell’area è di tipo mediterraneo con inverni non troppo rigidi e estati non molto calde, ma siccitose. Geologicamente il substrato è costituito, così come la maggior parte dell’altopiano silano, da un complesso di rocce originatesi sia da litogenesi magmatica sia metamorfica, dalle rocce intrusive a composizione variabile fra le quali la quarzo diorite, la quarzo monzonite e il granito e quelle metamorfiche, come gli scisti e le filladi quarzoso-sericitiche e metareniti quarzo-feldspatiche, quelle cornubianitiche e cornubianiti, i micascisti ad andalusite e cordierite.

Le piante e gli alberi

All’interno dell’ex vivaio trasformato in Arboreto sono presenti piantagioni di specie esotiche introdotte più che altro a scopo sperimentale come il larice, l’abete rosso, il pino silvestre, la betulla, la douglasia, ma anche indigene – quali il pino laricio, il faggio, il cerro, il pioppo tremulo, l’acero montano, l’ontano napoletano, il castagno, il frassino, l’olmo montano, l’agrifoglio – che in passato caratterizzavano la tanto rinomata “Silva Brutia”.
Il Parco Nazionale della Sila ha poi realizzato un progetto per la caratterizzazione dendrometrica degli alberi con diametro maggiore di 70 cm presenti e le piante sono state georeferenziate con GPS. L’Arboreto è tra l’altro, così come I Giganti della Sila di Fallistro, una riserva totale e di conseguenza gli alberi caduti vengono lasciati in loco. A volte è bene lasciare che la Natura prenda cura di se stessa.

Da visitare

Non mancate di visitare la Bat-House e il laghetto, dotato di camera subacquea, attraverso cui si potranno osservare, in diretta, le dinamiche delle comunità animali presenti: pipistrelli, tritoni e libellule. L’Arboreto rappresenta anche un punto di interesse per gli studi botanici.

Lungo i viali che si intersecano all’interno dell’ex vivaio, facilmente percorribili da tutti, si possono ammirare esemplari maestosi sia di specie indigene che di specie esotiche quali: l’abete bianco, il castagno, il pino laricio, il larice. Questa alternanza è sorprendente e ci riporta a certe composizioni surreali, che ottengono il loro fascino accostando tra loro soggetti eterogenei e disambientati.

L’Arboreto del Parco è un posto meraviglioso e coinvolgente da visitare con la famiglia: i bambini avranno tanto spazio per giocare, lungo i viali ben segnalati, mentre i grandi potranno rilassarsi nell’area attrezzata o nell’anfiteatro.

Non è facile, ai giorni nostri, trovare posti dove sia possibile ‘staccare la spina’, ma l’Arboreto del Parco è uno di questi. Lasciate a casa i cellulari, tanto non avranno copertura di linea, e venite a godervi le bellezze dell’altopiano, racchiuse, come in uno scrigno di preziosi, in una zona ristretta che tuttavia conserva esempi di tutte le fasce climatiche della Sila.

Il vivaio

Posto a quota 1.300 m, il vivaio, in origine, era destinato principalmente alla produzione di pino laricio per i lavori di rimboschimento e di rinfoltimento delle pinete dell’altopiano silano. L’opera di rinnovamento è stata realizzata in sinergia con le Università “della Calabria” e “Mediterranea di Reggio Calabria”, nonché con l’ex Corpo Forestale dello Stato, oggi Reparto Carabinieri Biodiversità. Il supporto ai lavori è stato garantito dall’Azienda Regionale Calabria Verde.

Boschi Vetusti e Alberi Monumentali

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