Le origini dell’altopiano della Sila sono da ricondurre ad epoca geologica ben più remota di quella dell’orogenesi appenninica. Norman Douglas scriveva nel 1911 «…è un venerando altopiano granitico che si ergeva qui quando gli orgogliosi Appennini sonnecchiavano ancor sul letto melmoso degli oceani…». Nel 1923, il deputato calabrese Antonino Anile, gli faceva eco: «la necessità di un Parco nazionale in Calabria, che abbia come centro la Sila e si irradi a comprendere le zone di più caratteristiche formazioni naturali, che le sono attorno, è oggi improrogabile. Non si tratta soltanto di conservare la tracce del primo manto boschivo che ebbe l’Italia, ma la fauna e la flora che vivono all’interno e la costruzione geologica di quel magnifico massiccio dell’Appennino e le linee di paesaggio che non ha eguali al mondo…».
Da allora tante furono le proposte di legge per l’istituzione di un Parco Nazionale in Sila: sin dal 1923 alla Camera dei Deputati con l’Onorevole Anile; nel 1949 al Senato della Repubblica con il Senatore Piemonte; nel 1955 il Ministro Pro Tempore dell’Agricoltura e Foreste; nel 1960 il Senatore Spezzano ed altri e nel 1963 i Senatori Spezzano e Gullo.
La nascita del Parco della Sila
Solo dopo ben 45 anni, in data 20 aprile 1968, con la legge n. 503, fu istituito il Parco Nazionale della Calabria, esteso a comprendere territori appartenenti alle tre province della Calabria: Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. In seguito, con l’articolo 4 della legge n. 344 del 1997, viene istituito formalmente il Parco Nazionale della Sila; istituzione che diventa definitiva con il Decreto del Presidente della Repubblica del 14 novembre del 2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17/03/2003. Il nuovo Parco comprende anche i territori già ricadenti nello storico Parco Nazionale della Calabria (1968), che cessa di esistere. Contemporaneamente è stato istituito anche l’Ente Parco, il quale si dota di una propria struttura gestionale ed amministrativa.
Storia e miti
Le più antiche tracce della presenza umana risalgono addirittura ad almeno il 3.500 a.C., ossia al villaggio neolitico i cui resti archeologici sono stati rinvenuti pochi anni fa sulla sponda sud del lago Cecita. Il lago è artificiale e di creazione moderna, ma lungo il fiume Cecita già abitavano popolazioni che coltivavano questi luoghi e lavoravano l’ossidiana proveniente dalla lontane isole Eolie trasformandola in utensili.
La Sila diviene poi la dimora mitica di Silvano o Sileno, il figlio del fiume Crati nonché dio della foresta, al quale si consacrava la pece estratta dalle foreste dell’altopiano che veniva poi usata per calafatare le navi che solcavano l’antico Mediterraneo, bruciando armenti su altari decorati con rami di pino e abete, come ci ricorda Eliano nel II secolo d.C..
Sotto i Bizantini la Sila divenne rifugio per schiere di monaci basiliani, provenienti dai Balcani, dalla Grecia o dalla parte meridionale della stessa Calabria; monaci che costruirono cenobi ancora oggi visitabili come Santa Maria del Patire vicino Rossano.
Ai Bizantini fecero seguito i Normanni, che portarono avanti una poderosa opera di rilatinizzazione del sud greco-ortodosso, e poi Svevi, Angioini, Aragonesi e Borboni. Secoli inframmezzati da guerre, carestie, terremoti e brigantaggio, che non hanno potuto però scalfire la bellezza di questi luoghi.
Nel territorio dell’area protetta sono presenti 25 Siti di interesse Comunitario (SIC), 1 Sito di interesse Nazionale (SIN) e 3 Zone di Protezione Speciale (ZPS), le quali sono aree soggette a una tutela particolare e inserite nella Rete Europea NATURA 2000 di Protezione e Salvaguardia.
Questo straordinario territorio e unico massiccio montuoso che si eleva nel cuore del Mediterraneo, con le sue foreste, le valli, i fiumi, le cascate, i colossi arborei, le rupi, i canyon, i borghi, le testimonianze della storia, dell’arte e delle tradizioni, sta ancora una volta riconquistando la fama che gli avevano giustamente assegnato gli autori classici.
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