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Sulla scia dei personaggi illustri

a cura della dott.ssa Anna Cipparrone

I luoghi e le opere d’arte del Beato Angelo, di Vincenzo Padula, di Gioacchino da Fiore e di San Francesco di Paola

BEATO ANGELO
Figura vissuta nel periodo della dominazione spagnola (ultimi 30 anni del Seicento), nacque ad Acri ove esiste la casa natale e fu un predicatore dell’Ordine dei Cappuccini nonché abile diplomatico tanto da ottenere il titolo di “Apostolo delle Calabrie”. La città di Acri e la imponente chiesa a lui intitolata, gli rendono omaggio e ne conservano le spoglie e il saio mentre il bellissimo museo del Beato ne conserva oggetti d’uso quotidiano, testi e statue.

Acri-Casa-Cappella del Beato Angelo
La Casa natale del Beato Angelo si trova nel rione Casalicchio. Nel 1930 essa venne trasformata in Cappella. La facciata, realizzata in mattoni pieni, presenta un portone in legno riccamente decorato sovrastato da un alto arco a tutto sesto. L’interno è a pianta trapezoidale con al centro un altare ligneo che custodisce una nicchia dove è collocata l’effige del Beato Angelo, altorilievo realizzato dal maestro Vincenzo Pirillo.

Acri-Basilica del Beato Angelo
Il monumentale santuario venne costruito per onorare Luca Antonio Falcone (1669-1739), il frate cappuccino conosciuto come il “predicatore calabrese” beatificato il 18 dicembre 1825. L’edificio, consacrato il 17 luglio del 1898, è improntato sul tipo delle chiese romane seicentesche ed è dedicato all’Immacolata. La facciata è ornata da quattro nicchie con statue marmoree di santi. È munito di due torri campanarie a pianta quadrata cuspidate con campane in bronzo rivestite in rame e un’alta cupola esagonale rivestita in maiolica con i finestroni e la lanterna. Il magnifico portone, interamente realizzato in bronzo, è lavorato a bassorilievo e raffigura le Sette Virtù Teologali, Gesù con i Discepoli e lo Stemma Pontificio.

Acri-Museo del Beato Angelo
Nel Convento dei Cappuccini è allestito il Museo Beato Angelo. Inaugurato nel 1992, esso raccoglie documenti, pubblicazioni e testi sulla vita del sacerdote cappuccino. Vi sono conservati cimeli appartenuti al beato e gli atti del processo della sua canonizzazione, con testimonianze di miracoli, guarigioni e predizioni. Nel museo è esposta, inoltre, tutta la documentazione relativa alla Basilica del Beato Angelo d’Acri.

Acri-Palazzo Padula ad Acri
La dimora del poeta Vincenzo Padula (1819-1893) venne edificato in una zona in origine isolata e priva di edifici. Sul portale si trova lo stemma del casato che raffigura due penne e un calamaio. Il palazzo fu dotato di feritoie, adatte a posizionare armi da fuoco per difendersi da eventuali attacchi dei briganti, assai frequenti in quel periodo. Interessante è il cornicione estremamente curato. Palazzo Padula, attualmente, è la sede della Biblioteca comunale e del centro studi Fondazione Vincenzo Padula.

San Giovanni in Fiore-Chiesa dei cappuccini
Nella chiesa – convento dei Cappuccini costruita nel 1636 a navata unica, affiancata da una navatella laterale sulla destra, è esposto su una un olio su tela, ritratto del Beato Angelo di Acri, di Francesco Fontana del 1925.

GIOACCHINO DA FIORE (1130-1202)
Fu teologo e filosofo fondatore dell’Ordine monastico dei Florensi e di lui si conservano due biografie, una anonima e una del discepolo Luca Campano, che divenne alla morte di Gioacchino Arcivescovo di Cosenza e soprintendente ai lavori della grande abbazia di San Giovanni in Fiore. L’abate si aggregò dapprima all’Ordine cistercense della Sambucina di Luzzi per poi ritirarsi in eremitaggio e fondare l’Ordine florense, approvato con Bolla di Celestino III nel 1196.
IMPORTANTI SONO LE TAVOLE DEL LIBER FIGURARUM con le quali spiega la sua prefigurazione della nuova età monastica, le quali sono alla base delle strutture e delle forme architettoniche florensi.

Celico-Chiesa dell’Assunta
L’edificio prende il nome dalla Confraternita dell’Assunzione di Maria che qui aveva sede. Edificata certamente molto prima del 1421, la tradizione la vuole sorta sul perimetro della casa natale di Gioacchino da Fiore. La zona occupata dal corridoio della sagrestia corrisponde infatti, secondo la tradizione, alla stanza in cui l’Abate venne alla luce e dove pare si conservassero le sue reliquie, ora disperse. La facciata è occupata da un portale a sesto acuto che introduce nel piccolo edificio, una semplice aula unica illuminata da finestrelle curvilinee. L’altare maggiore è dedicato all’Assunta, ed è riccamente decorato con stucchi. Nella chiesa si conservano opere di buona fatture tra cui la tela di San Pietro Martire e la statua di Sant’Orsola. Nel soffitto vi sono pitture ottocentesche con Scene della vita della Vergine.

San Giovanni in Fiore-Abbazia florense
La chiesa Abbaziale Florense è il simbolo San Giovanni in Fiore. Il progetto del grande complesso fu concepito in ambito monastico, allo stato attuale rimane visibile solo il nucleo principale del complesso abbaziale originario. Il portale, realizzato in pietra calcarea di Caccuri, costituisce l’ornamento artisticamente più complesso e più elaborato della chiesa. All’interno troviamo l’altare ligneo, opera di Giovan Battista Altomare da Rogliano che firma e data l’opera 1740.

San Giovanni in Fiore-Centro Studi
Il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti svolge un’ intensa attività scientifica, divulgativa, formativa e didattica, punto di riferimento e propulsione di studi sulla figura, sulle opere e sui messaggi di Gioacchino da Fiore. Hanno aderito in passato e partecipato all’attività del centro molti studiosi. Tra i tanti Herbert Grundamann la cui opera Studien über Joachim von Floris del 1927 è un passaggio obbligato per i percorsi di studio su Gioacchino da Fiore. È stato pubblicato inoltre in fac-simile la più antica raccolta manoscritta di opere di Gioacchino, il codice 322 della Biblioteca Antoniana di Padova. Opera prodotta da un gruppo di amanuensi, ultimata tra il 1220 e il 1230.

Fiumefreddo-Abbazia di Fonte Laurato
A circa 5km di distanza dal paese, si trova il complesso edificio mistico di Fonte Laurato costruito in età medioevale. Il santuario è formato dall’abside principale e da due secondarie coperte da crociere con funzioni di cappelle o  depositi per oggetti sacri. La chiesa ha un campanile in pietra di stile cistercense che ha due ordini di archi. L’interno dell’aula liturgica è ad una sola navata e presenta alte e strette finestre a sesto acuto. L’abbazia di Santa Maria di Fonte Laurato è legata al nome di Gioacchino da Fiore il quale ebbe in dono l’edificio da Simone Mamistra, signore di Fiumefreddo, nel 1021. Soppresso il 13 febbraio del 1807, l’edificio fu mal ridotto durante le campagne napoleoniche. Venne acquistato nel 1813 dalla famiglia Mazzarone.

SAN FRANCESCO DI PAOLA
Nato a Paola (Cosenza) il 27 marzo 1416, a soli 12 anni fu condotto al convento di san Marco Argentano dove prese l’abito francescano. A partire dall’anno seguente si ritirò come eremita in una grotta del suo paese natale per cinque anni. In questo periodo si raccolsero attorno a lui i primi discepoli, seguendo il suo regime di assoluta rinuncia e privazione. Il primitivo movimento religioso portò alla fondazione di numerosi conventi nella diocesi di Cosenza e questo attirò l’attenzione dell’arcivescovo che nel 1471 approvò ufficialmente il nuovo ordine religioso con il nome di Frati Eremiti di Frà Francesco da Paola. Con l’accordo di Sisto IV, sancito con un atto del 1472, il movimento fu riconosciuto come Ordine Mendicante e posto sotto il diretto controllo del pontefice. Il percorso spirituale impostato dal frate paolano prevedeva l’osservanza di tre voti: ubbidienza, povertà e castità. Nel 1483 S. Francesco fu chiamato in Francia da Luigi XI. Nel 1493 con una bolla papale Alessandro VI rinominava l’ordine come dei Minimi di Frà Francesco da Paola. L’ordine fu denominato dei Minimi perché con questa parola si designavano gli ultimi, infatti la loro missione era  quella di alleviare le sofferenze degli innocenti e degli oppressi. Con la bolla di Giulio II del 1506 si arriva alla denominazione finale come Ordine dei Minimi. Da questa data il movimento religioso passò da eremitico a cenobico, ma non mutò il carattere penitenziale. Dall’anno successivo sorsero i primi conventi femminili. Il frate paolano fu canonizzato nel 1519 e questo portò ad un incremento di conventi e chiese dedicate a suo nome.

Acri-Chiesa e Convento di San Francesco di Paola
La cinquecentesca Chiesa di San Francesco di Paola, rimaneggiata nel secolo XVIII e rifatta in stile barocco, era un tempo la chiesa dello scomparso Convento dei Frati Minimi Francescani. All’esterno mostra una scultura del santo titolare sulla facciata e una peculiare torre campanaria con monofore e bifore di stile romanico. All’interno presenta l’originaria navata unica con colonne tortili e abside e un soffitto ligneo barocco settecentesco. Il fastoso altare maggiore ligneo settecentesco, intagliato da artieri locali e dorato, presenta un architettonico fastigio di colonnine e custodisce una pala raffigurante Madonna con Bambino e San Francesco di Paola.

Corigliano-Chiesa di San Franecsco di Paola
La chiesa  di S. Francesco  di Paola a Corigliano fu commissionata dal Santo in occasione della sua visita nella cittadina, avvenuta tra il 1476 e il 1478. L’interno, a navata unica, conserva un pregevole coro ligneo, opera del rossanese Pelusio (1766) e una SS. Trinità realizzata da Pietro Negroni durante il primo periodo della sua attività.

Cotronei-Cappella di San Francesco di Paola
Costruita nel XV secolo, è il più antico edificio religioso della città. Dedicato inizialmente all’Annunziata, era un oratorio di proprietà della famiglia Morano. Dal 1810 fu sepolcro gentilizio dei Rizzuti e dei Coniglio- Minardi- Ragusa di Cotronei. Fu ricostruita nel 1855 ma la forma attuale risale agli anni ’60 del XX secolo, anni in cui fu ammodernata la facciata ad opera di Nino Neri di Isola Capo Rizzuto.

Fiumefreddo-Chiesa e convento di San Francesco di Paola
La chiesa di San Francesco di Paola, edificata nel 1709, era in passato dedicata a S. Nicola Maggiore. Adiacente ad essa l’ex Convento dei frati Minimi (fino al 1860), l’odierno palazzo comunale. La chiesa custodisce le spoglie di Pietro Gonzales de Mendoza in una tomba con lapide marmorea che porta inciso lo stemma del casato e, presso l’altare della Madonna del Carmelo, il sepolcro del pittore Giuseppe Pascaletti che un tempo era ornato da una sua tela raffigurante La Vergine, oggi conservata nella sacrestia della Chiesa Matrice. Il portale esterno ad arco di tufo con ai lati lisce lesene è sovrastato da un ricco stemma contenente l’emblema Charitas attribuibile allo stuccatore Pietro Joele. Oggi, per alcuni lavori di restauro, la Chiesa non è visitabile all’interno.

Longobucco-Chiesa di S. Maria Maddalena
Nella Chiesa di S. Maria Maddalena, conosciuta come chiesa dei Monaci troviamo un ritratto di San Francesco di Paola, eseguito da Francesco Spina e datato al 1755.

Pedace-Santuario di San Francesco di Paola
L’edificio sorge come convento dedicato al Santo calabrese attorno al 1617, su una precedente struttura, il cenobio della Confraternita di Santa Maria della Pietra, forse in riferimento allo sperone di roccia su cui era stato edificato. Il convento è composto, al piano terra,  da un chiostro scandito da arcate a tutto sesto e decorato con pitture, alcune Scene della vita di San Francesco, un refettorio ed altri ambienti di servizio; al primo piano vi sono invece una serie di celle in cui riposavano i frati. L’edificio è stato restaurato negli anni Settanta perchè ormai fatiscente e oggi viene gestito dal comune come centro congressi. Annessa al convento è la chiesetta di San Francesco di Paola piccolo edificio composto da un’aula unica, a pianta rettangolare.

Petilia Policastro-Chiesa di San Francesco di Paola
Anche a Petilia Policastro si erge una chiesa dedicata al patrono della Calabria, intimamente connessa con la nascita delle Confraternite religiose che, nella cittadina, erano sette nel XVIII secolo. Ebbe sede nella chiesa di San Francesco quella del SS. Sacramento, la più antica di Petilia, e in essa furono commissionate opere di eccezionale valore a cominciare dalla serie di scene della vita di San Francesco di Paola (Battesimo del Santo, il Santo davanti a Sisto IV, l’Apoteosi del Santo ecc.) commissionate a Cristoforo Santanna.

Petilia Policastro-Chiesa di Santa Maria Maggiore
Datato 1844 e esposto sulla parete sinistra della chiesa matrice di Santa Maria Maggiore, a Petilia Policastro, il dipinto raffigurante San Francesco di Paola è di intenso misticismo e sottile introspezione. La figura del Santo campeggia su uno sfondo crepuscolare e nella concentrazione del suo sguardo si intravede la potenza del miracolo cui sta presenziando. Il dipinto ben si connette con gli edifici e le opere legate al culto di San Francesco d’Assisi e alla devozione dei suoi miracoli.

Spezzano della Sila-Convento di San Francesco di Paola
Il complesso di San Francesco di Paola venne edificato tra il 1454 e il 1458 per munificenza della famiglia Giudicessa. E’ il terzo, dopo quello di Paola e di Paterno Calabro, fondato dal santo dove egli stesso dimorò per dirigerne la costruzione. Più volte rovinato dai terremoti del 1638 e del 1659, l’edificio nel 1712 subì un radicale rifacimento e nel 1717 si rese necessaria una nuova consacrazione. Il complesso monastico, uno dei più ricchi dell’intero Ordine, proprio mentre era all’apice della sua potenza economica, venne soppresso dalle leggi napoleoniche del 1809 e destinato a diventare prima tribunale e poi carcere.
Savelli-Chiesa del SS. Crocifisso
Nell’itinerario legato alla figura di San Francesco di Paola, importante tassello è il dipinto raffigurante Santa Maria delle Grazie tra San Biagio e San Francesco di Paola, conservato nella chiesa del SS. Crocifisso, o Jiesulella, o Santa Maria delle Grazie, di Savelli.
La piccola chiesetta, essa stessa percorso artistico e museale di notevole importanza e suggestione per le opere presenti, conserva dunque il suddetto quadro sul quale campeggia un’iscrizione utile alla ricostruzione della memoria storica della chiesa. Essa recita: “Per devozione di D. Giuseppe Venturi Rev.Do (…) Fratelli e Sorelle della Congregazione – Emanuele Spina Procuratore A.D 1801”.

Taverna-Chiesa di San Domenico
La tela, rappresentante il Miracolo di San Francesco di Paola, è databile intorno agli anni ’50 del XVII secolo. Essa rappresenta il Santo mentre sta per compiere il miracolo dell’attraversamento dello stretto di Messina sul suo mantello. Assiste alla scena un monaco raffigurato nella parte bassa a destra.


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